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Hai scritto un romanzo autobiografico e sogni di vederlo pubblicato da un editore?
Fermati un attimo.
C’è una cosa che devi sapere: gli editori storcono il naso davanti a questo tipo di opere.
Lo so, non è piacevole da sentire. Ma se vuoi davvero capire come funziona il mondo editoriale, è meglio essere onesti da subito.
Eppure le biografie vendono, no?
Sì, nelle nelle librerie se ne trovano a bizzeffe, ma riguardano personaggi famosi e gli editori le pubblicano con entusiasmo perché vendono da sole.
Il lettore non compra il libro per la storia in sé, ma per curiosità o ammirazione verso quel personaggio.
Tu però – almeno per ora – sei un perfetto sconosciuto.
Per gli editori questo è già un ostacolo enorme.
Ma non è l’unico.
Ce ne sono almeno altri due.
La vita vera non è narrativa
Lo so: la tua storia è reale, intensa, forte, drammatica, commovente. Tuttavia, la vita vera, raccontata così com’è, raramente funziona in narrativa.
Per appassionare i lettori, un libro deve avere ritmo, conflitti, colpi di scena, una struttura coerente, personaggi indimenticabili che compiono un percorso.
La realtà, invece, è piena di tempi morti, episodi scollegati, dettagli trascurabili, che hanno senso solo per te.
Per questo gli editori non pubblicano volentieri i romanzi autobiografici “puri”:
più che romanzi sono cronache o diari personali.
Quindi, chiediti: Ho romanzato? Ho drammatizzato? Ho trasformato la mia storia personale in qualcosa di universale, in cui molti possano riconoscersi?
Se la risposta è “no”, dovresti iniziare a rivedere il modo in cui hai scritto il tuo romanzo.
A chi interessa la tua storia? (domanda scomoda ma necessaria)
Quando un autore racconta la propria vita, è quasi sempre convinto di avere tra le mani una storia unica, incredibile, scioccante, una storia che il mondo deve conoscere.
Peccato che il pubblico non sempre la pensi così. E l’editore lo sa.
Davanti a un romanzo autobiografico, la prima cosa che un editore valuterà è quante copie riuscirà a vendere.
Nella maggior parte dei casi, la risposta è: poche.
Come capire se la tua autobiografia ha davvero potenziale
Prima di bussare alla porta di un editore e collezionare rifiuti, sottoponi il tuo manoscritto a un test (meglio, a più di uno).
1) Dai il libro a un gruppo di beta reader
Non uno. Non tre. Almeno dieci.
Loro ti diranno con la massima onestà se la tua storia coinvolge, emoziona e funziona come un romanzo oppure se annoia.
I beta reader costano zero e valgono oro. Su Facebook ne trovi un gruppo molto competente e disponibile alla pagina “Beta Readers Italia”.
Io stessa me ne sono servita in varie occasioni.
2) Iscrivi il tuo libro a un concorso con scheda di lettura
Alcuni concorsi letterari offrono una valutazione dettagliata del testo, il Premio Letterario Italo Calvino è fra questi.
Non importa vincere. Ciò che deve interessarti è capire se la tua storia arriva a chi non ti conosce. Nessuno potrà dirtelo in modo più chiaro di una giuria specializzata e imparziale.
3) Fai valutare il tuo libro da un’agenzia letteraria
È l’opzione più “professionale” ma anche la più costosa.
Utile per avere un parere esperto e spietatamente sincero.
Per approfondire il lavoro delle agenzie letterarie leggi qui.
Vuoi tentare comunque di pubblicare con un editore?
Se vuoi saltare (o hai già saltato) tutte le tappe precedenti, almeno evita un altro errore: presenta il tuo romanzo non come autobiografia ma come storia rappresentativa di un tema, di un'epoca o di un periodo storico.
Fra i temi che possono interessare un grande pubblico ci sono: abusi, violenze, eventi di guerra, catastrofi ambientali o causate da errori umani, viaggi, malattie rare o mentali, abuso di droghe, ansie o paure specifiche.
Per rappresentativa di un periodo storico, intendo una biografia che ha sullo sfondo gli anni di piombo (1963-81) con gli episodi di terrorismo e di lotta armata; oppure il periodo Mani Pulite (1981-84), le grandi guerre (1915-18 e 1945), il boom economico del dopo guerra, la recente pandemia di Covid e così via.
Presentando il tuo romanzo in questa veste riduci le probabilità di rifiuto, ma non aspettarti miracoli.
Importante sarà anche COME ti presenti. A questo proposito, ti suggerisco di leggere questo articolo di approfondimento.
Vuoi pubblicare a ogni costo il tuo romanzo autobiografico, così come l’hai scritto?
Se il tuo obiettivo è divulgare la tua storia senza ritoccarla narrativamente come ho suggerito, allora il self-publishing è la strada più sensata.
Non devi convincere nessuno e pubblichi in un istante.
Il libro, probabilmente, lo venderai solo a chi ti conosce ed è curioso di farsi i fatti tuoi. È una questione di scelte.
Il vantaggio è che su ogni singola copia guadagnerai di più, rispetto a una pubblicazione sotto contratto con un editore.
Con un editore prendi mediamente il 5/10% del prezzo di copertina, col self parti da un 20% e puoi arrivare fino al 70%.
Concludendo…
Se gli editori rifiutano la tua storia autobiografica, non offenderti.
Non è una questione personale ma di mercato.

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Chi è Eleonora Scali?
Laureata in lingue, ha lavorato per anni come addetta stampa. Scrive narrativa da quasi un ventennio. Ha pubblicato con vari editori indipendenti, fra cui Edizioni TriplaE e Tabula Fati del gruppo Solfanelli. Si è servita di editor e di agenzie (fra queste l'agenzia Beretta Mazzotta e Laura Ceccacci Agency). Ha intrapreso anche la strada del self-publishing e dei concorsi letterari (Premio Italo Calvino, Torneo Io Scrittore, Concorso Città di Como, Premio Giovane Holden, Premio Andersen e molti altri).
Per anni ha collaborato con il progetto ministeriale "Libriamoci a scuola" promuovendo la lettura negli istituti di ogni ordine e grado.
L'università di Barcellona, Facoltà di Informazione e Mezzi Audiovisivi, ha giudicato il suo manuale Tutto quello che devi sapere per pubblicare un libro una guida eccellente.



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