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Animal

Fra le caratteristiche che mi fanno apprezzare un romanzo ci sono il racconto di qualcosa di inaspettato e le peculiarità linguistiche. Animal di Indra Sinha le possiede entrambe.

Il romanzo si ispira a uno degli incidenti industriali più gravi della storia, avvenuto in India, e del quale non sapevo nulla.

Nella notte fra il 2 e il 3 dicembre del 1984, la fabbrica di pesticidi dell’americana Union Carbide, con sede nel villaggio indiano di Bhopal, ebbe un guasto agli impianti e rilasciò in atmosfera quarantadue tonnellate di sostanze tossiche.


Nelle prime settantadue ore morirono a migliaia, altre decine di migliaia perirono dopo atroci sofferenze nelle settimane e negli anni successivi. Quell’avvelenamento dell’aria e dell’acqua perdurò così a lungo da rovinare anche generazioni future di bambini che nacquero con gravi malformazioni o le svilupparono con l’andare del tempo.


Il protagonista della storia è un ragazzino, soprannominato Animal per una deformità che lo costringe a camminare a quattro zampe. È lui a narrare la vicenda con un escamotage letterario molto interessante: un’intervista giornalistica registrata su una serie di nastri poi trascritti fedelmente.


È nel modo di esprimersi di Animal che l’autore, secondo me, raggiunge il massimo dell’originalità. Una nota del curatore del romanzo dice che il ragazzo si esprime in lingua indi mista a espressioni francesi. Tenendo presente che Indra Sinha ha scritto in romanzo in inglese, non posso che fare un plauso al traduttore (Vincenzo Mingiardi) per essere riuscito a trasmettere questa originalità anche in italiano.


Animal è un libro crudo, pieno di sofferenza, soprusi, rassegnazione ma anche di voglia di riscossa e di giustizia. Secondo me è un libro da leggere, per toccare con mano fin dove può arrivare l'egemonia di una nazione su un’altra e per capire perché per alcune vittime è impossibile far sentire la propria voce.



Indra Sinha è nato a Bombay nel 1950, figlio di un ufficiale di marina indiano e di una scrittrice inglese. Dopo aver trascorso l’infanzia in India, ha studiato letteratura inglese a Cambridge. Da anni, Sinha lavora alla raccolta fondi per l’assistenza medica alle vittime della tragedia di Bhopal. I suoi numerosi romanzi, in Italia, sono editi da Neri Pozza.

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Ciao, sono Eleonora Scali

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