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Scegliere i concorsi letterari giusti

Da scrittrice esordiente mi sono imbattuta anch’io nel dilemma: “partecipare a un concorso letterario, o no? Nel caso, a quale concorso?”


Col tempo mi sono fatta le ossa e oggi posso dare utili consigli per scegliere i concorsi giusti.


In questo articolo spiego:

  • come valutare la serietà dei concorsi letterari ed evitare di buttare via soldi, tempo e soprattutto i tuoi diritti d'autore

  • i concorsi che mi sento di consigliare e perché


Come valutare la serietà dei concorsi letterari

Il web pullula di concorsi, contest e tornei letterari, ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche. Dal fantasy al thriller, dalla narrativa alla poesia; riservati agli esordienti, a minori di tot anni o aperti a tutti; per racconti, romanzi, saggi, poesia, favole e sceneggiature; per opere inedite e edite; gratuiti e con quote di iscrizione che arrivano fino a 200 euro; con premi simbolici, premi in denaro e pubblicazione premio.


Partiamo dai parametri per valutare la serietà e la validità di un concorso.


Controlla chi sono gli organizzatori:

Un concorso valido viene indetto, promosso o patrocinato da associazioni culturali, accademie, club letterari, enti riconosciuti o case editrici. Diffida di qualcosa di meno di quanto ho nominato e scarta a priori i tanti, anzi tantissimi, concorsi organizzati dalle EAP (case editrici a pagamento) che mettono in palio la pubblicazione del primo classificato.


Il motivo per cui alcune EAP ne organizzano in quantità industriale, spesso per ogni genere o sotto-genere letterario, è che gli iscritti rappresentano potenziali polli da spennare.

Come? Te lo spiego subito.


Tutti i partecipanti agli EAP-concorsi che non vincono, ricevono, in seguito, una lettera di elogio per la loro opera che, pur non essendosi classificata, viene ritenuta di valore tale da meritare la pubblicazione. A pagamento, ovvio.


Potresti obiettare che vale lo stesso la pena di partecipare, perché se vinci almeno otterrai la pubblicazione gratis. Invece, no. Spesso, lo scopo ultimo del concorso è di pubblicare qualcuno di loro conoscenza (un parente o un amico che infilano fra i partecipanti) finanziando l’operazione con le quote di iscrizione pagate da tutti gli altri. L’infiltrato è già il vincitore designato, ma tu, ovviamente, non lo saprai mai.


Non scegliere il concorso sulla base del costo

Non è la cifra richiesta per partecipare a un concorso che ne determina il valore o la serietà. Ve ne sono di validissimi a poche decine di euro o perfino gratuiti, e di poco seri a cifre elevate.


Per gli organizzatori dei concorsi-farsa (quelli che ho appena descritto) il guadagno sta nel numero di iscritti. Più conveniente è la quota, maggiore sarà il numero di scrittori invogliati a partecipare. E, pochi spiccioli alla volta, l’organizzatore si metterà in tasca un mucchio di soldini.


Le EAP che organizzano concorsi gratuiti lo fanno, invece, per crearsi un'anagrafica di aspiranti scrittori (con tanto di contatti: telefono, mail ecc.) che poi cercheranno di convincere a pubblicare con loro.


Vero è che i concorsi più prestigiosi hanno sempre una quota di iscrizione piuttosto alta. Il motivo è che mettere in piedi un comitato di lettura qualificato, una giuria prestigiosa e una cerimonia di premiazione con i controfiocchi, ha un costo. A questo va aggiunta tutta la comunicazione sui media che questi concorsi fanno sempre.


Consiglio spassionato: se sei in dubbio sulla validità di un concorso, piuttosto opta per uno gratuito. Quantomeno non butterai via soldi inutilmente.


Troppe sezioni non sono un buon segno

Un concorso serio, di norma, prevede una o due sezioni al massimo (poesia e narrativa, ad esempio. Oppure editi e inediti).


Se il concorso è organizzato da una casa editrice, buona regola vuole che il “genere” sia in linea con i suoi prodotti editoriali. Per fare un esempio: ipotizzando che Harmony fosse una casa editrice (in realtà è una collana rosa, ma mi serve solo per l’esempio), se bandisse un concorso per opere thriller, dovrebbe sorgerti il dubbio che si tratti di una bufala perché, se anche l’opera vincesse, che possibilità avrebbe di essere pubblicata essendo fuori genere rispetto al resto della linea editoriale?


Diffida nel modo più assoluto di quei concorsi che prevedono un mucchio di sezioni, una distante dall’altra. Un mix del tipo: poesia, narrativa, giornalismo, tesi, sceneggiature, reportage, fotografia ecc. A meno che nella giuria del concorso non ci siano esperti di ognuno di questi generi, probabilmente è un sistema raccogli-soldi e basta. Più ampio è il tipo di opere richieste, maggiori saranno gli iscritti e quindi gli introiti per gli organizzatori.


Leggi attentamente il bando di concorso

Può essere un’operazione lunga e noiosa. A volte, ci sono bandi di pagine e pagine, ma devi leggere tutto perché:

  • L’accuratezza del bando ti dà la misura della serietà del concorso

  • Il bando potrebbe contenere clausole poco gradite o clausole capestro


Un concorso serio, appronta un bando dettagliatissimo e lo mette a disposizione sia sul sito sia in versione scaricabile (pdf, ad esempio). Se non è scritto ben chiaro, se non è leggibile o non è scaricabile, è già un brutto segno.


Il bando deve contenere per lo meno le seguenti indicazioni:

  • Come deve essere impaginata l’opera (font, corpo ecc.) e la lunghezza massima consentita (l’unità di misura è la “cartella”. Se non sai cos'è leggi questo mio articolo).


  • Se l’opera deve essere inedita o può essere anche edita. Se sei un neo-scrittore, ti consiglio di preferire i concorsi per opere inedite, diversamente andresti a scontrarti con autori già affermati o comunque più esperti di te, che probabilmente hanno più possibilità di vincere.


  • In quante copie deve essere presentata l’opera. Di norma sono 2. Una con i dati anagrafici dell’autore e una anonima, spesso richieste in buste chiuse e separate. Quella con i dati viene archiviata in segreteria e verrà aperta solo al termine della selezione nel caso di vittoria; la copia del manoscritto anonima va in mano alla giuria che, quasi sempre, viene tenuta all’oscuro sul nome, il sesso, l’età e la provenienza dell’autore affinché esprima un giudizio non viziato da tali fattori. In alcuni casi è richiesto anche il file del manoscritto. Sono gli organizzatori a farne eventuali copie cartacee da distribuire alla giuria o a inoltrarlo a chi di dovere in formato digitale.


Il bando richiederà inoltre:

  • Dati anagrafici dell’autore, indirizzo e contatti

  • Biografia dell’autore

  • Sinossi (per i romanzi inediti, di solito, sempre. Se non sai cos'è la sinossi, leggi qui)


Per proseguire nella selezione del concorso, controlla queste cose:

  • La data entro la quale saranno proclamati i vincitori: Se è troppo ravvicinata rispetto al termine ultimo per la consegna dei lavori, diffida. Se l’ultimo giorno gli arrivano, poniamo cinquanta romanzi, come fa la giuria a leggerli e valutarli tutti in pochi giorni?


  • Quanti e quali sono i premi (denaro, pubblicazioni, targhe, coppe, attestati): Se sei un autore esordiente, ottenere la pubblicazione come premio è assolutamente preferibile a qualsiasi altra cosa. Meglio ancora se la pubblicazione viene messa in palio per più partecipanti (dal 1° al 3° ad esempio). Le coppe, gli attestati e cose del genere possono gratificare il tuo ego, ma servono a poco all’atto pratico. Sempre graditi sono i premi in denaro, ma ti dico già che sono pochissimi i concorsi letterari che li prevedono.


  • La modalità con la quale i vincitori o i finalisti saranno informati: Diffida dei concorsi che dichiarano che il risultato verrà dato solo tramite comunicato stampa o solo al/ai vincitore/i. In questo modo, potresti non venire mai a sapere nulla. Può sembrarti strana questa formula, ma in alcuni bandi si trova la specifica che devi essere tu, partecipante, ad andare sul tal sito, alla tale data, e verificare se sei fra i selezionati o fra i vincitori e poi farti vivo con l’organizzatore entro una determinata scadenza, pena l’esclusione dal premio.


  • La modalità per l’assegnazione del premio: La maggior parte dei concorsi letterari richiede la presenza dell’autore o di un suo rappresentate alla cerimonia di premiazione, pena – di nuovo – l’esclusione dal premio. Nessun concorso, tranne rarissime eccezioni, rimborsa qualcosa all’autore per l’eventuale trasferta e soggiorno (una delle clausole poco gradite o gradevoli). Dunque, evita di iscriverti a concorsi letterari che hanno sede a centinaia di chilometri da dove vivi, a meno che tu non sia disponibile, in caso di vittoria o anche di semplice ingresso nella rosa dei finalisti, ad accollarti il viaggio e i relativi costi.


Controlla la qualità dei giurati

Il valore di un concorso letterario si misura anche sulla qualità dei suoi giurati.

Più sono competenti, maggiori sono le probabilità che vinca davvero il migliore.

Più sono famosi, maggiore sarà la notorietà del premio eventualmente conquistato dall’autore.

Più sono ferrati sul tema del concorso maggiori sono le probabilità che i vincitori vengano selezionati con i giusti criteri.


Lascia perdere i concorsi nei quali la giuria è composta da personaggi senza competenze specifiche, tipo il sindaco del tal comune, la moglie dell’assessore, la discendente dell’eroe di guerra in memoria del quale è stato organizzato il concorso o il presidente dell’associazione sportiva dove si terrà la premiazione.


Lascia perdere anche se le qualifiche dei giurati sono quelle giuste (giornalista, scrittore, saggista, poeta) ma i personaggi in questione sono dei signor nessuno.

Come verificarlo?

Su internet. Digitando nome, cognome e professione del giurato indicato nel bando, se è famoso troverai sicuramente qualcosa su di lui. Se non trovi niente di niente, hai comunque la tua risposta.


Scappa via subito dai concorsi che definiscono la giuria con formule tipo: sarà composta da esperti che verranno resi noti in occasione della cerimonia di premiazione. Esperti è vago e non dice nulla. Quanto poi al fatto che vengano resi noti dopo che è avvenuta la selezione è una vera presa in giro.


I concorsi letterari blasonati, quelli che danno reale visibilità al vincitore e lo rendono preda ambita per qualunque editore, non fanno mistero dei loro giurati e li scelgono con cognizione di causa. I giurati vengono resi noti tramite comunicati stampa, schede biografiche e interviste perché hanno un “curriculum letterario” prestigioso che, di riflesso, attribuisce prestigio al concorso.


Cerca informazioni sulle edizioni precedenti di quel concorso

Un altro sistema per soppesare la validità di un concorso è scandagliare le notizie sulle edizioni precedenti.

Puoi vedere se la notizia del premio e del vincitore è stata riportata dalla stampa (quali giornali e in che misura); puoi trovare video delle cerimonie di premiazione; dovresti assolutamente trovare l’elenco dei finalisti e del/dei vincitori; con i nomi, puoi verificare se le loro opere sono state effettivamente pubblicate e da quale casa editrice; quale riscontro di pubblico e critica hanno avuto, se chi le ha pubblicate si è premurato di promuoverle e in quale modo.


Insomma, sul web puoi conoscere vita, morte e miracoli di qualunque concorso passato.

Se non trovi nessuna notizia significa che era un concorso di quint’ultima categoria.


Verifica se il bando prevede la cessione dei diritti di autore

Ho lasciato questo punto per ultimo, ma, secondo me, è il più importante.

Un bando di concorso che si rispetti deve specificare se la partecipazione implica la cessione dei diritti di autore, a chi e per quale scopo.


Se l’organizzatore del concorso è una casa editrice e il premio in palio è la pubblicazione dell’opera, è scontato che si chieda all’autore la cessione dei diritti.

Verifica comunque che sia limitata a quella singola opera, a quello specifico concorso e solo in caso di vittoria del premio.


Occhio alle clausole-capestro

Mi riferisco a quei concorsi che la cessione dei diritti di autore la prevedono di prassi per tutti i partecipanti, che vincano o meno. Talvolta, la prevedono anche per la pubblicazione delle opere iscritte in volumi diversi da quello indicato nel bando (se, ad esempio, si tratta di un racconto destinato a un’antologia multi-autore).


Se incappi in una clausola come questa, significa che con la semplice partecipazione a quel concorso, stai cedendo i tuoi diritti di autore (sull’opera iscritta) a chi lo ha organizzato e, di solito, la cessione è gratuita e cioè, niente ti verrà corrisposto anche se la tua opera verrà pubblicata.


I concorsi che mi sento di consigliare

Ho partecipato personalmente ad ognuno di essi (ad alcuni anche più di una volta) e quindi ne parlo con cognizione di causa.


Premio Letterario Italo Calvino

Questo concorso (che ha sede a Torino) si tiene una volta l'anno. Le iscrizioni vengono aperte nel mese di luglio e chiudono a ottobre e sono riservate a romanzi inediti di scrittori esordienti.


I manoscritti vanno in mano a un comitato di lettura super selezionato e segretissimo che effettua una prima scrematura. I selezionati dal comitato di lettura per la finale (solitamente una rosa di circa venti nomi) passano all’esame della giuria che decreta il vincitore ed ha la facoltà di assegnare altri premi come quello della critica, della lingua italiana ecc.


La giuria è composta da importanti nomi della letteratura, del giornalismo e dell’editoria, e viene resa nota mesi prima con presentazioni accurate di chi ne fa parte.


Il Premio Calvino ha grande risonanza su tutti i media e le case editrici fanno a gara per mettere sotto contratto il vincitore. Ma anche le opere dei finalisti e dei segnalati finiscono spesso per essere pubblicate da editori di una certa importanza.


L’unica nota dolente di questo concorso è la quota di iscrizione un po’ elevata (dai 100 ai 250 euro). Tuttavia, secondo me, è ampiamente ripagata dalla scheda di lettura stilata dal comitato che viene inviata a tutti i partecipanti, nessuno escluso: conoscere il parere di un pool di lettori qualificati è uno strumento molto utile per qualsiasi autore esordiente.


Torneo Letterario "Io scrittore"

Come dice il nome, si tratta di un torneo, non del classico concorso, si svolge interamente online con la formula “io giudico te, e tu giudichi me”.


L’iniziativa è promossa dal Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (GeMS), un colosso dell’editoria, che mette in palio la pubblicazione dell’opera vincitrice.

Possono partecipare solo romanzi inediti da un minimo di 160mila battute a un massimo di 800mila.


Il torneo si divide in due fasi: valutazione dell’incipit e, se si supera quella, valutazione dell’intero romanzo. I partecipanti si impegnano a mantenere l’anonimato sia per le proprie opere che per quelle degli altri. I vincitori vengono proclamati nell’ambito di un importante evento letterario (nel 2023, ad esempio, è stato il Bookcity a Milano).


Il fatto di venir giudicati dagli altri partecipanti ha aspetti positivi e negativi.


Positivo: i pareri che ricevi sul tuo romanzo sono schietti e riguardano trama, personaggi, ambientazione, stile e altri aspetti. Dunque, al netto di eventuali meschinità dovute alla competizione, ti restituiscono un’impressione generale piuttosto onesta sul tuo operato da parte di numerosi lettori. Un po’ come servirsi di beta-readers, con la differenza che, se ti va bene, alla fine verrai pubblicato.


Negativo: i partecipanti scorretti esprimono giudizi pessimi per affossare gli avversari (sì, ci sono anche questi, ahimè). Ma possono passare facilmente da carnefici a vittime se i loro giudizi risultano distanti anni luce da quelli dei giocatori onesti.


Premio Handersen

Questo premio è riservato alle favole. Nell’albo d’oro dei partecipanti compaiono scrittori come Giovanni Arpino (1971) con Zio Computer, Italo Calvino (1977) con I disegni arrabbiati, Alberto Moravia (1976) con Mustafà, la volpe del Sahara, Maria Luisa Spaziani (2007) con Il coniglio bianco di Gesù.


Il concorso prevede l'invio di una fiaba a tema libero, mai pubblicata né veicolata sul web e che non risulti già premiata in altri concorsi o inviata per partecipazione ad altri concorsi concomitanti. Le fiabe possono essere scritte in varie lingue. Il concorso è suddiviso in categorie: bambini, ragazzi, adulti, scrittori professionisti e illustratori.


I premi in palio sono in denaro (fino a 3.000 euro a seconda della categoria), ma l’aspetto più interessante è la notorietà che il premio conferisce al vincitore. Che arrivi una proposta di pubblicazione è quasi una certezza.


Premio Internazionale Città di Como

Questo concorso accetta sia opere di narrativa (romanzi, raccolte di racconti, fiabe, biografie ecc.) che di poesia, sia edite che inedite e mette in palio un montepremi di 30.000 euro (da suddividersi fra i vincitori delle varie categorie).


Altro aspetto interessante, il Premio Città di Como opera in ambito internazionale (ha quindi risonanza anche all'estero) e permette ai partecipanti di iscriversi anche a più categorie.


Note dolenti:

i manoscritti o i libri editi devono essere presentati in formato cartaceo in più copie, con costi di stampa e spedizione che vanno ad aggiungersi alla quota di iscrizione di 30,00 euro.

I premi devono essere ritirati di persona, dunque bisogna andare a Como.


Sicuramente esistono molti altri concorsi letterari validi, ma questi quattro sono i miei suggerimenti personali. Suggerimenti, ripeto, non Vangelo.


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Ti saluto e ti ricordo che pubblicare è una cosa seria e non va mai fatta alla leggera.


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Ciao, sono Eleonora Scali e sei sul mio blog

Scrivo da quasi un ventennio. Ho pubblicato con l’editoria tradizionale, in self, tramite concorsi letterari, su antologie multi-autore e su riviste letterarie. Mi sono servita di editor, cdb e agenzie. Ecco perché sono in grado di spiegare ai neo-autori come pubblicare consapevolmente evitando errori e fregature.

In questo blog parlo dei libri che leggo e di quelli che scrivo; fornisco consigli agli aspiranti scrittori e racconto di me stessa come donna e come autrice. Scopri i miei romanzi


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