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Mai scrivere di ciò che non sai

Aggiornamento: 18 apr

Uno dei lavori più lunghi e faticosi che uno scrittore deve affrontare è quello di ricerca. Non mi riferisco soltanto ai romanzi storici, per i quali un’approfondita conoscenza del periodo in cui si vuole ambientare il romanzo è assolutamente indispensabile, anche scrivere del mondo contemporaneo richiede ricerca e documentazione. 



L’approssimazione o l’invenzione di cose o fatti facilmente verificabili non è ammissibile nemmeno per dettagli apparentemente trascurabili, perché non sai mai chi ti leggerà. Se il fruitore del tuo romanzo conosce l'argomento e tu hai scritto stupidate (perché ti ha fatto fatica fare le necessarie ricerche), potrebbe sentirsi preso in giro o considerarti un incompetente.

In entrambi i casi, difficilmente leggerà qualcos'altro di tuo.



Uno dei personaggi del mio romanzo #Ciaopoveri – per fare un esempio – è proprietario di una grossa compagnia di investimenti. In alcune scene parla di lavoro con la sua assistente, con i suoi collaboratori e con degli investitori. Non potevo fargli dire stupidaggini, ma di finanza non so un bel niente. Ebbene, solo per scrivere poche battute di dialogo che fossero veritiere e centrate sull’argomento, mi sono letta non so quanti articoli di economia e report finanziari. Da questi ho pescato, prima di tutto la terminologia specifica e poi affermazioni e fatti finanziari realmente avvenuti che avessero un senso.

Sempre in #Ciaopoveri, c'è una conversazione fra una fashion blogger e la titolare di un negozio di abbigliamento. Siccome non sono un’esperta di moda, di tendenze e di firme in voga, sono andata su internet a vedere alcune delle sfilate dell’anno in cui è ambientato il romanzo e a leggere diverse interviste a famosi stilisti.

Grazie a questa ricerca, sono riuscita a costruire una conversazione fra la blogger e la titolare del negozio dalla quale emerge che sanno di cosa stanno parlando.

 



Ti porto un altro esempio, che riguarda il romanzo successivo “La ricompensa”. Qui, il fulcro della storia è l'esistenza di una piattaforma che offre esperienze di vita virtuale.  Per creare questo mondo digitale sono partita da Second Life, un videogioco molto in voga negli anni 2000 del quale avevo sentito parlare, ma non avevo mai approfondito.  Oltre a leggere molto sull'argomento, ho guardato parecchi video che ne mostrano il funzionamento e mi sono fatta una cultura sulla terminologia usata dagli utenti di piattaforme simili.

Ho studiato anche il Metaverso che, rispetto a Second Life, è la forma più avanzata di esperienza virtuale. Solo a quel punto ho creato il mio mondo virtuale, letterariamente parlando.

Uno dei personaggi più complessi che ho dovuto affrontare, sempre in questo romanzo, è quello della psicoterapeuta Sonia Brandi. Il protagonista, Guido, si sottopone a diverse sedute perché soffre di ansia e di senso di perdita per una persona cara che è venuta a mancare.

Per mettermi nei panni della terapeuta, ho letto diversi testi di psicologia su questi due argomenti. Una volta scritti dialoghi fra Sonia e Guido, ho chiesto a un’amica psicologa di leggerli e dirmi se risultavano verosimili.

 


Il romanzo successivo, che si intitola “Non vi odio”, ho scelto di ambientarlo nel prossimo ventennio. Si è posto il problema di dover ipotizzare il futuro senza scadere della fantascienza o nell'invenzione pura.

Per fare ciò, ho focalizzato la mia ricerca sui futuri progetti tecnologici, ad esempio le auto a nanofibre solari, la domotica come parte integrante di qualsiasi abitazione, la partecipazione a meeting, eventi e concerti non di persona ma tramite un ologramma, l’utilizzo di eyescanner per l’identificazione delle persone e dei Bot (intelligenze artificiali) al posto degli umani.

Con queste informazioni ho creato lo scenario di un 2042, che appare credibile. A fianco di tanta tecnologia, ho messo i cambiamenti climatici perché sono dell'idea che progresso e stravolgimento del clima stiano andando avanti di pari passo.

 

Mi fermo qui con gli esempi, penso che il concetto ormai sia chiaro: è necessario documentarsi sempre e tanto, anche se quella lunghissima ricerca si riduce a poche battute o dettagli in un romanzo. Questo lavoro rende uno scrittore affidabile e, per i lettori più esigenti, anche una fonte attendibile di informazioni o di nuove scoperte.


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Ciao, sono Eleonora Scali e sei sul mio blog


In questo spazio parlo dei libri che leggo e di quelli che scrivo; fornisco consigli agli aspiranti scrittori; racconto dei miei viaggi, della mia passione per la musica e di me stessa come donna e come autrice.



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