Le lunghe vesti bianche degli arabi posso sembrare tutte uguali, invece differiscono una dall’altra per numerosi particolari (inclusi i copricapo) e spiegano il grado sociale, la provenienza, la nazionalità, lo stile.
L’insieme è più o meno lo stesso ma bisogna prestare attenzione ai dettagli.
Si comincia dal nome. Il kandura, ovvero il camicione lungo fino alle caviglie con maniche fino al polso, si chiama così solo negli Emirati Arabi Uniti. Negli altri Paesi preferiscono usare i termini dishdash o thawb.
In Kuwait va di moda il colletto con un bottone solo e la veste deve cadere un filo sciancrata e aderente. In Oman, invece, il colletto non c’è. Al suo posto, applicano delle nappe attaccate all’altezza del petto. Gli abiti tipici maschili del Bahrain sono invece ampi, con colletto e taschini come quelli delle camicie occidentali.
I più ricercati in assoluto sono i kandura sauditi: colletto con due bottoni e maniche da camicia con tanto di inserti per i gemelli, che devono essere rigorosamente in materiale prezioso e adornati di gemme. E ancora, i camicioni degli emiratini sfoggiano ricami sulle maniche e una lunga apertura sul davanti.
Anche i copricapo variano di regione in regione. In Oman si utilizza il mussar, un cappello con complessi ricami, ma nel resto dei paesi arabi gli uomini indossano il ghotra (il velo). Esistono decine di modi per portarlo e variano a seconda di come si posizionano le estremità del velo.
Può essere alla “insegnante” con entrambe le estremità sulla schiena; alla “cobra” che riproduce il volto del serpente sulla testa. Il più elaborato è il Bint-al Bakkar, un intreccio di veli solo per i più esperti.
Altra particolarità del velo maschile: quelli colorati (bianco-rosso, bianco-nero ecc.) sono considerati “casual”, mentre per le occasioni formali è d’obbligo il ghotra bianco.
Perché tutta questa ricerca?
Nella mia trilogia (#Ciaopoveri, La ricompensa, Non vi odio) ricorrono vari personaggi arabi, per pennellarli con poche scelte parole non potevo esimermi dal conoscere certi dettagli.
E voi sapevate tutto del look arabo?
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Ciao, sono Eleonora Scali e sei sul mio blog
un breve estratto dal romanzo "Non vi odio"
Gli ospiti del party, sia arabi che occidentali, sfoggiavano mise super eleganti. Le donne erano tutte in lungo e cariche di gioielli, qualcuna portava perfino un diadema fra i capelli come Joe aveva suggerito a lei. I dignitari dei vari paesi della penisola araba erano riconoscibili dal kandura bianco riccamente ricamato e dal ghotra delle grandi occasioni. In mezzo a tanta esibizione, l’abito che Isa aveva giudicato eccessivo risultava perfettamente adatto, e questo la fece sentire più a proprio agio.
Il sovrano e il festeggiato si presentarono al loro tavolo. «Mister Dirado, lui è mio nipote Rashid» annunciò l’emiro.
Guido si alzò e salutò il ragazzo secondo la tipica usanza araba. Joe fece altrettanto.
«E questa signorina è la figlia di mister Dirado» disse il sovrano al nipote.
Anche lei si alzò. «Isabella, molto lieta» disse.
Era una delle occidentali più carine che Rashid avesse mai visto e aveva un’aria familiare. «Ho l’impressione di conoscerti. È possibile?» chiese.
Anno 2042: in un’Italia stravolta dai cambiamenti climatici e politici, una giovane ventenne cresciuta a Dubai cerca la verità sulla sua famiglia e le sue origini.
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