La perdita di una persona cara può diventare un’ossessione, come accade a Guido, uno dei personaggi del romanzo “La Ricompensa”.
Per rendere le sue sensazioni realistiche, ho letto diversi testi di psicologia sull’elaborazione del lutto.
Ecco, in estrema sintesi, cosa ho appreso:
Se l’evento è inaspettato, la prima reazione è 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐨. Poi subentra 𝐥𝐚 𝐫𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚 spesso seguita dai 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 per ciò che si è fatto o non fatto nei confronti di quella persona quando era in vita.
Col tempo si arriva al 𝐩𝐚𝐭𝐭𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, che porta la 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐢𝐭𝐚 a scivolare lentamente verso l’𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞.
Alle spiegazioni psicologiche sull’argomento, ho aggiunto la mia personale esperienza.
Quando ho descritto certi stati d’animo del personaggio, 𝐡𝐨 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐡𝐚 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐫𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐨 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞. Credo che, per quanto ci si sforzi di accettare l’accaduto, all'irreversibilità di quella perdita non c'è rimedio e l'assenza continua a farsi sentire.
Nel romanzo "La ricompensa" ho espresso il concetto con queste parole:
Si dice che il tempo diluisca i ricordi e aiuti a dimenticare. Per Guido ogni minuto della giornata pesava come un mattone, i mattoni costruivano muri di ore, le ore cementavano i giorni in mesi e i mesi tiravano su gli anni un piano dopo l’altro, eppure l’assenza di lei non si lasciava seppellire sotto le fondamenta.
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Ciao, sono Eleonora Scali
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"La Ricompensa" è un thriller psicologico che affronta molti temi: uno di questi è la perdita di una persona cara.
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