Uno dei personaggi del mio romanzo “La ricompensa” commette una frode fiscale (negli USA) e finisce in galera. Si tratta di un episodio marginale ai fini dell’intera storia, al quale ho dedicato non più di mezza paginetta, ma a me piace raccontare la realtà e non prendere per il naso il lettore.
Per scrivere anche solo quelle poche righe, mi sono ampiamente documentata e adesso ti racconto cosa ho scoperto.
Ecco uno dei tanti sistemi per frodare il fisco.
Il signor Delinquente, titolare della Frodatrice srl, crea una società estera priva di risorse e di personale, un semplice recapito presso un commercialista che gli mette a disposizione un’impiegata: la signorina Fantasma. Compra merce a nome di Fantasma cui saranno intestate le fatture. Fantasma paga con il denaro di Delinquente. Però non paga l’Iva.
Subito dopo rivende (con Iva) la merce a Frodatrice srl per un prezzo inferiore: la differenza è pari all’Iva non pagata. Frodatrice srl vende la merce in Italia a prezzo concorrenziale (può contare sul risparmio Iva di Fantasma) e si porta in detrazione l’Iva che finge di pagare a Fantasma. Finge, perché Fantasma e Frodatrice srl fanno capo sempre a Delinquente.
Alla fine dell’anno di imposta Fantasma sparisce.
Invano il fisco straniero chiederà il pagamento dell’Iva: non c’è nessuno, soci e amministratori erano prestanome, ad esempio vecchietti ricoverati all’ospizio. Frodatrice srl chiede al fisco italiano il rimborso dell’Iva a credito, o si porta in detrazione quella che ha fatto finta di pagare a Fantasma.
Tutto questo viene ripetuto N volte con società diverse aventi sede – questo è molto importante – in differenti città. E così si evadono milioni di euro.
Ora, negli Stati Uniti, dove il mio personaggio compie il crimine, si finisce dritti in galera.
Ho trovato un certo James Lee Cobb III che per una frode fiscale da 3 milioni di dollari in Florida è stato condannato a ben 27 anni di prigione.
Al pover'uomo, che ho inserito nella mia storia, ne ho fatti scontare appena dieci.
Come sono buona…
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Ecco come ho raccontato questo intricato sistema di truffa nel mio romanzo:
Dopo un mese di tirocinio alla Security Systems & Networks Corporation di Albany, trascorso a riprogrammare sistemi di sicurezza che secondo Giovanni anche un bambino avrebbe potuto violare, Kevin Morris, il proprietario della compagnia, gli aveva offerto il ruolo di general manager di una delle consociate del gruppo.
Lui si era sentito lusingato dalla proposta, ma nutriva delle riserve. «Posso creare ogni genere di software, craccarlo e hackerarlo, ma non so se sarei in grado di dirigere delle persone» aveva obiettato.
«Il segreto del successo è osare» aveva controbattuto Morris. «Se oggi la mia azienda conta trecento filiali su tutto il territorio americano è perché io ho osato. In te vedo talento e ambizione ed è su quello che punto. Inoltre, la H.R. Inc. non ha personale da gestire, svolge solo attività contabili e finanziarie. Con i numeri te la cavi, no?»
«Sì» aveva risposto lui.
«Allora, accetta la mia proposta. Osa, Giovanni!»
La H.R. Inc. aveva sede in un grattacielo del centro di Albany e consisteva in un solo ufficio, quello di Joe. Una scintillante targa di ottone sulla porta recava il suo nome e la dicitura general manager. Il lavoro che doveva svolgere era una baggianata: Morris gli inoltrava le fatture degli acquisti di hardware e attrezzature high-tech che effettuava a nome della H.R., lui le registrava e poi rifatturava le stesse merci a un’altra società del gruppo. Sbrigava quell’incombenza in poche ore e spendeva il resto della giornata a giocare a squash, a fare jogging al Washington Park o in giro per locali a rimorchiare belle donne. “Cinque anni di vita da re” si disse con nostalgia.
(...) Giovanni annuì e tornò a immergersi nei ricordi: quando gli agenti del fisco lo avevano arrestato per truffa e evasione fiscale, si era lasciato ammanettare senza opporre resistenza, convinto che si trattasse di un errore. “Come ho fatto a non capire che Morris mi stava fregando?” si chiese per la milionesima volta.
A posteriori sembrava tutto così evidente. La Security Systems & Networks Corporation reclutava solo giovani stranieri, ambiziosi e inesperti quanto lui. Giovanni ne aveva conosciuti parecchi alle convention che Morris organizzava di frequente in Nevada, Colorado, Texas e California. Incredibilmente, raccontavano tutti di aver fatto una carriera fulminea come la sua, e altrettanto incredibilmente Giovanni li aveva visti sparire dalla circolazione da un giorno all’altro. I più furbi erano tornati nel loro paese prima di farsi beccare, gli altri avevano fatto la sua stessa fine, ma questo lo aveva scoperto solo dopo. Il maledetto Kevin Morris, invece, era ancora a piede libero. “Stronzo” imprecò in silenzio. “Mi hai rubato dieci anni di vita e adesso, per colpa tua, mi rispediscono in Italia.”
brano tratto da "La ricompensa"
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