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Pillola #6 L’editor serve o no?

Aggiornamento: 1 mar


Fra gli aspiranti scrittori, la figura dell’editor è molto controversa.

C’è chi pensa: «A me l’editor non mi serve, il mio romanzo è perfetto così.»

Altri riportano esperienze di questo genere: «Editor? Per carità. Una mia amica si è fatta editare il romanzo e quello gliel’ha stravolto, tagliato e in parte riscritto.»

Poi ci sono quelli che non vogliono investire sul proprio lavoro: «Editing? Neanche per sogno. Costa, e io voglio guadagnare dal mio libro, mica spendere.» Infine, ci sono quelli che l’editor non sanno nemmeno chi è: «Editor è l’equivalente di editore in inglese, no?»


L’editor è fondamentale


Facciamo un po' di chiarezza. Nemmeno autori del calibro di Stephen King fanno a meno dell'editor. Pensa che ne ha uno per ogni lingua in cui viene tradotto. Se vuoi verificare, il suo editor per i soli romanzi tradotti in italiano è, da oltre un decennio, Anna Pastore.


L’editor non stravolge il romanzo

L'editor lavora sul manoscritto affinché ottenga il miglior gradimento possibile presso il pubblico a cui è destinato. Per ottenere questo risultato opera su due livelli: quello del contenuto e quello dello stile.

La trama regge o ha dei buchi? Le scene sono tutte coerenti e credibili o vi sono delle incongruenze? I personaggi sono fedeli a se stessi dall’inizio alla fine? Se vi sono riferimenti al mondo reale (soprattutto storici), questi sono esatti? E se non siamo nel mondo reale, quello inventato rispetta la sua coerenza interna? I dialoghi sono realistici e appropriati ai personaggi?

La risposta positiva a queste domande significa che la storia è coerente e ruota intorno a personaggi coinvolgenti.

Se la risposta è negativa, l’editor evidenzia eventuali punti deboli e aiuta l’autore a correggerli. Ho detto aiuta non a caso: ogni intervento dell’editor resta comunque un suggerimento, un consiglio che l’autore può accettare o meno.


Di solito ha ragione l'editor

Parlo per esperienza, quando dico che di solito ha ragione l’editor (quante volte ci ho sbattuto la testa! E quante mie errate certezze ha smontato!), ma il confronto è sempre positivo, purché da parte dell’autore ci sia una certa apertura mentale e la disponibilità a mettersi in discussione.


Se il confronto con l’editor che ti sei scelto è una battaglia continua, ti consiglio di trovartene un altro. Significa che non siete sulla stessa lunghezza d’onda. Se, invece, l’editor con cui ti trovi male a lavorare è un membro dello staff della casa editrice con cui hai firmato il contratto, devi decidere se ‘ingoiare il rospo’ (e adeguarti alle sue correzioni) o rescindere il contratto.

Cosa NON fa l'editor

C’è una sola cosa che l’editor non fa mai, e mai nemmeno deve fare, ed è riscrivere anche una sola riga del tuo testo.

L’editor lavora sul tuo stile, che deve rispettare il genere della tua opera e mantenersi omogeneo in tutto il testo; rimuove frasi contorte, ripetizioni, assonanze sgradevoli. Controlla la grafia dei termini e l’uso coerente della punteggiatura. Per esempio: se tu, come autore, tendi a usare parecchie virgole e frasi brevi non ti suggerirà di cambiare stile, ma sicuramente verificherà che il tuo manoscritto resti coerente fino alla fine e cioè che, a un certo punto, tu non sia passato a periodi lunghissimi e senza interpunzioni.


L’editor è tenuto al rispetto dello stile dello scrittore, per questo non riscrive per tuo conto. Se lo facesse, la voce narrante e lo stile sarebbero i suoi, non più i tuoi.

Se dovessi incappare in un editor con velleità da ghostwriter, scappa a gambe levate. Ne hai tutto il diritto.


L'editor lavora perché il tuo libro piaccia ai lettori

L’editor lavora affinché il tuo libro funzioni in termini di vendite, ciò significa che deve incontrare il gusto e soddisfare le aspettative di un potenziale pubblico di lettori.


Esistono regole

Non so se lo sai, ma esistono regole stilistiche ben precise, sia nella forma che nel contenuto, perché ciò avvenga. Se sei un autore ‘che ha studiato’ (scuole di scrittura, corsi di narrativa, manuali ecc.), probabilmente ne avrai sentito parlare o addirittura sai perfino metterle in pratica queste regole. Ma se sei uno scrittore autodidatta, magari alla tua prima opera, ti consiglio di affidarti ciecamente ai consigli del tuo editor. Lui sa cosa funziona e cosa no, cosa vende e cosa sarà un flop certo, o quasi.

E non dimenticare che l’editor lavora per te, non contro di te, anche se in certe occasioni potrebbe ferire il tuo ego.


L'editor non standardizza il tuo testo

Ho parlato di regole di forma e contenuto, ma non vorrei averti dato l’impressione che gli editor, in genere, lavorino per uniformare il tuo testo a uno standard commerciale. No, questo no. L’editor deve rispettare un’etica che gli impone di valorizzare il diamante grezzo creato dallo scrittore, ripulirlo dalle scorie, tagliarlo se serve e offrirlo lucido e splendente al lettore.


Ma come lavora un editor in concreto?


Un editor degno di questo nome (ebbene sì, così come esistono le truffaldine case editrici a pagamento, esistono anche editor 'improvvisati' che non hanno le necessarie qualifiche) prima di mettere mano al tuo romanzo, legge la sinossi. Se non sai cos’è la sinossi o come si scrive, guarda il mio articolo qui.

La sinossi è il tuo biglietto da visita, sia per stile che per contenuti. Leggendo quella, l’editor si fa una prima idea di come scrivi, di quanto hai chiara in testa l’idea della tua opera e di cosa volevi comunicare al lettore.


Dopo la sinossi, l'editor legge il tuo manoscritto per intero, di solito senza intervenirci sopra. L’esame iniziale che fa, è di verificare la congruenza fra ciò di cui il libro dovrebbe parlare (sulla base della tua sinossi) e cosa effettivamente racconta.


Non sono rari i casi in cui l’autore aveva un’idea di fondo che non è riuscito a rispettare oppure voleva trasmettere un preciso messaggio col suo libro, ma all’atto pratico non è così. O ancora, ha perso pezzi per la strada, perché la storia in testa ce l'aveva tutta, ma sulla carta non ce l'ha messa.

Quando l’editor si è fatto un quadro generale dell’opera, inizia ad analizzarla pagina per pagina, parola per parola.

Utilizzando la funzione “revisione” di Word, l’editor inserisce le correzioni degli errori palesi (grammatica, sintassi, ortografia, vocaboli ecc.) e note a margine in cui ti spiega, ad esempio, perché un certo passaggio non funziona oppure perché andrebbe eliminato. Nelle stesse note, ti fornisce anche indicazioni su come rimettere a posto il testo.


la tempistica di un editing

Questa prima fase del lavoro può richiedere un mese, due, tre o anche di più, tutto dipende dalla lunghezza del testo e da quanti sono gli interventi necessari. In quel lasso di tempo dovrai tacere e pazientare. È inutile che contatti l’editor, gli scrivi, gli telefoni, che cerchi di cavargli fuori anticipazioni o pareri. Di norma non ti dice niente per evitare false aspettative o dare adito a discussioni prima del tempo.

Il tempo giusto per il confronto viene nel momento in cui l’editor ti rispedisce il file di word con le sue annotazioni.


il tuo lavoro inizia adesso

Qui comincia il tuo vero lavoro. Armati di pazienza, esamina un punto alla volta e mettilo a posto pensando soltanto che stai lavorando per dare al tuo romanzo la miglior veste possibile e che chi ti segue in questo lavoro è un professionista e sa il fatto suo.

Nello slideshow qui sotto ti mostro come appare un testo editato: a sinistra il testo del manoscritto preso in esame, nella colonna di destra (in azzurro) le annotazioni dell'editor.

Non farti prendere dallo sconforto


Se visivamente il tuo manoscritto ti sembra un cimitero di errori, di segni e di note non abbatterti. È abbastanza normale che sia così. Ricordo ancora le mie prime volte. Sarei scoppiata a piangere…


Il parere dell'editor non è insindacabile


Non sei d'accordo su alcune note dell'editor? Nessun problema, mantieni pure il tuo testo com’è e scrivi dentro le medesime note a margine, su cosa non sei d’accordo e soprattutto perché. Un bravo editor tiene conto delle tue obiezioni. Ne discuterete insieme.


Per esperienza, ti dico che sulle correzioni ha sempre ragione lui. Quanto alle osservazioni, il suo parere, per quanto professionale, non è insindacabile e l’ultima parola spetta a te, autore. Se la vedi in modo totalmente opposto, sei libero di non modificare niente. Te ne assumi la responsabilità nel bene e nel male, però.


adesso puoi rispedire il testo all'editor


Quando hai messo a posto il testo secondo le indicazioni dell’editor, glielo rimandi. Lui se lo legge tutto di nuovo. Se pensa che vada bene così, elimina tutte le note e ti rimanda il manoscritto nella versione definitiva e ‘pulita’. Se, invece, ci sono ancora punti da sistemare, apporrà le sue osservazioni e te lo rispedirà per un tuo ulteriore intervento. E così avanti, finché l’editor non giudicherà il testo assolutamente perfetto.

Attenzione, l’intervento dell’editor non ha niente a che vedere con quello del correttore di bozze. Di solito, dopo l’editing, il testo passa in mano al cdb che effettua un controllo certosino di qualsiasi refuso: errori di battitura, punti, virgole, segni di dialogo, un verbo mal coniugato che può essere sfuggito, l’uso corretto delle maiuscole o minuscole, una parola mancante (con le preposizioni, ad esempio, capita più spesso di quanto si pensi). Piccolezze, potresti dire, ma per qualsiasi lettore trovare refusi, anche banali, nel romanzo che sta leggendo è molto fastidioso, quindi è meglio che non ce ne siano.


quanto costa farsi editare?

Le tariffe medie sono di 5 euro a cartella (se non sai cos’è una cartella editoriale, vai al mio articolo qui). Se consideri che un romanzo, mediamente, oscilla fra 200 e 300 cartelle, viene subito fuori la ragguardevole cifra di 1.000-1.500 euro, un costo non indifferente, è vero, ti invito, tuttavia a fare queste considerazioni:

1) Se pubblichi con una casa editrice, all’editing penseranno loro. Tu non dovrai spendere un euro. Avrai solo l’onere di ‘correggere’ il tuo manoscritto dietro indicazioni del professionista incaricato dalla CE. Di contro, il tuo guadagno sul libro sarà solo una piccola percentuale del prezzo di vendita (le royalties riconosciute dalle CE all’autore si aggirano mediamente intorno al 5%).

2) Se pubblichi in modo indipendente, la tua percentuale di guadagno sale moltissimo, può arrivare fino al 70%. Però, se al lettore non dai un buon prodotto, dopo la prima ‘fregatura’ non acquisterà più niente scritto da te. Il mio consiglio, quindi, è di investire in un buon editing o il tuo primo libro sarà anche l'ultimo che venderai.


Le tariffe variano

Tieni anche presente che le tariffe per un servizio di editing variano molto a seconda che tu ti rivolga a un’agenzia letteraria o editoriale oppure a un libero professionista. Se non sai cosa sono le agenzie letterarie, trovi un mio articolo qui.


Le agenzie, di solito, sono più care: 6 euro o più a cartella ai quali devi aggiungere l'iva.

I vantaggi sono che hai un interlocutore sicuramente affidabile (l'agenzia è una società con una sede, una partita iva e una professionalità da difendere, sicuramente non scapperà con i tuoi soldi senza fornirti il servizio, né ti darà un servizio di qualità scadente) e che ti vengono garantiti tempi certi (di solito sono indicati sul contratto che firmi quando affidi l'incarico).

Gli svantaggi sono: il prezzo elevato; il pagamento che devi effettuare subito e per intero prima che mettano mano al tuo manoscritto; e il fatto che l'editor non te lo scegli, ma è l'agenzia ad assegnartene uno. Talvolta, con le agenzie può diventare difficile anche interloquire con l'editor che ti segue, perché quasi certamente non sei il suo solo cliente in quel momento e comunque non avrai un suo contatto diretto. Passerai sempre tramite il filtro della segreteria dell'agenzia.


dove trovo un editor freelance?

Di liberi professionisti ce ne sono a migliaia sul mercato. Sui social (Facebook, Instagram, Telegram, Tik Tok) spuntano come funghi, ne trovi su Google, su Linkedin e su molti altri canali di ricerca. ll problema è scegliere quello giusto, perché non tutti quelli che si propongono come editor possiedono le qualifiche necessarie.


il mio consiglio è


Prima di affidarti a un libero professionista (quando sei tu a sceglierlo e a pagarlo) verifica chi ha editato, leggi ciò che scrive (sui social, ad esempio, i suoi post o i suoi articoli. Così ti fai un'idea di che tipo di persona è e di come scrive); leggi testi editati da lui (se è un professionista non dovrebbe avere problemi a fornirti titoli di opere che ha editato); chiedi informazioni a chi ci ha già lavorato insieme.

Puoi anche chiedere di editarti qualche cartella di prova. Molti professionisti offrono questa possibilità. Oppure puoi chiedere di vedere lo stralcio di un testo sul quale ha lavorato, prima e dopo l’editing.

Quando ti rivolgi a un editor libero professionista, chiedi anche se ha già editato romanzi dello stesso genere che scrivi tu (fantascienza, giallo, thriller, fantasy ecc.) perché, non di rado, gli editor si 'specializzano' in un determinato genere o semplicemente lo prediligono per gusto personale. Più l'editor è ferrato sul tuo genere, meglio vi troverete a lavorare insieme.

gli editor con cui ho lavorato io


A parte gli editor delle case editrici che mi hanno pubblicato (TriplaE, Tabula Fati e Del Miglio) ho avuto rapporti con due editor freelance (Enrico Rulli e Gioia Tasca, trovi entrambi su Facebook) e sono giunta ad entrambi per conoscenze e/o raccomandazioni di altri.

Il passaparola e i consigli di altri autori sono, probabilmente, il modo più sicuro per scegliere un editor competente e affidabile.


trattare sul prezzo: si può

I liberi professionisti sono spesso più convenienti e flessibili di un'agenzia sul prezzo: non hanno la struttura mastodontica di un'agenzia da tenere in piedi e si può chiedere loro di applicare un prezzo "a corpo" (invece che un tot a cartella).

Per stabilire questo eventuale prezzo "a corpo", l'editor ti chiederà, probabilmente, la sinossi e un estratto del romanzo da leggere per capire come scrivi e calcolare quanto tempo impiegherà a editare il tuo testo.


Riguardo al pagamento, con i liberi professionisti il più delle volte si trova un accordo: un acconto all’inizio dell’incarico e il saldo alla consegna del lavoro, oppure tutto alla consegna. Molto dipende da con chi hai a che fare e che tipo di rapporto si instaura fra voi due.


La richiesta di un prezzo troppo basso non è un buon segno. Diffida di chi chiede compensi da correttore di bozze (mediamente 1-2 euro a cartella). E' molto probabile che si tratti, in effetti, di un correttore di bozze e non di un editor.

Diffida anche di chi non è in grado di fornirti credenziali valide. Un bravo editor ha molti clienti-scrittori di cui andare fiero e non ha motivo di tenerli 'nascosti'.


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Ciao, sono Eleonora Scali e sei sul mio blog


In questo spazio parlo dei libri che leggo e di quelli che scrivo; fornisco consigli ad aspiranti scrittori; racconto dei miei viaggi, della mia passione per la musica e di me stessa come donna e come autrice.


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