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Cosa fa un editor? Quanto costa?

Fra gli aspiranti scrittori, la figura dell’editor è molto controversa. Qualcuno non ne può fare a meno, qualcuno lo ritiene inutile, altri addirittura dannoso.


In questo articolo spiego:

  • a cosa serve l'editor

  • cosa, di norma, non fa (e non deve fare)

  • come lavora in concreto

  • quanto costa

  • come sceglierlo


A cosa serve l'editor

In due parole, l’editor lavora sul tuo testo per affinarlo affinché funzioni in termini di vendite, ciò significa che deve incontrare il gusto e soddisfare le aspettative di un potenziale pubblico di lettori.

Esistono regole stilistiche, sia nella forma che nel contenuto, perché ciò avvenga. Se sei un autore che ha studiato (scuole di scrittura, corsi di narrativa, manuali ecc.), probabilmente ne avrai sentito parlare o addirittura sai perfino metterle in pratica queste regole. Ma se sei uno scrittore autodidatta, magari alla tua prima opera, ti consiglio di affidarti ai consigli dell'editor: lui sa cosa funziona e cosa no, cosa vende e cosa sarà un flop certo, o quasi.

Quindi, tieni ben presente che l’editor lavora per te, non contro di te, anche se in certe occasioni potrebbe ferire il tuo ego.


Nessuno scrittore può fare a meno dell'occhio critico e professionale dell'editor. Non ci rinunciano nemmeno autori del calibro di Stephen King, giusto per citare uno. King, nello specifico, ne ha addirittura uno per ogni lingua in cui viene tradotto. Se vuoi verificare quanto affermo: il suo editor per i soli romanzi tradotti in italiano è, da oltre un decennio, Anna Pastore.


Cosa NON fa l'editor, di norma, né deve fare

L'editor non riscrive nemmeno una riga del tuo testo.

Lavora sul tuo stile, che deve rispettare il genere della tua opera e mantenersi omogeneo in tutto il testo; rimuove frasi contorte, ripetizioni, assonanze sgradevoli. Controlla la grafia dei termini e l’uso coerente della punteggiatura. Per esempio: se tu, come autore, tendi a usare parecchie virgole e frasi brevi non ti suggerirà di cambiare stile, ma sicuramente verificherà che il tuo manoscritto resti coerente fino alla fine e cioè che, a un certo punto, tu non sia passato a periodi lunghissimi e senza interpunzioni.

Se l'editor riscrivesse il tuo testo, la voce narrante e lo stile sarebbero i suoi, non più i tuoi.

Ti dovesse capitare un editor-scrittore (con velleità da ghostwriter), scappa a gambe levate. Ne hai tutto il diritto.


L'editor non standardizza il tuo testo

Ho parlato di regole di forma e contenuto, ma non vorrei averti dato l’impressione che gli editor, in genere, lavorino per uniformare il tuo testo a uno standard commerciale (è il credo di molti neo-autori). No, questo no. L’editor deve rispettare un’etica che gli impone di valorizzare il diamante grezzo creato dallo scrittore, ripulirlo dalle scorie, tagliarlo se serve e offrirlo lucido e splendente al lettore.


L’editor non stravolge il romanzo 

L'editor lavora sul manoscritto affinché ottenga il miglior gradimento possibile presso il pubblico a cui è destinato. Per ottenere questo risultato opera su due livelli: quello del contenuto e quello dello stile.

La trama regge o ha dei buchi? Le scene sono tutte coerenti e credibili o vi sono delle incongruenze? I personaggi sono fedeli a se stessi dall’inizio alla fine? Se vi sono riferimenti al mondo reale (soprattutto storici), questi sono esatti? E se non siamo nel mondo reale, quello inventato rispetta la sua coerenza interna? I dialoghi sono realistici e appropriati ai personaggi?

La risposta positiva a queste domande significa che la storia è coerente e ruota intorno a personaggi coinvolgenti.

Se la risposta è negativa, l’editor evidenzia eventuali punti deboli e aiuta l’autore a correggerli. Ho detto "aiuta" non a caso: ogni intervento dell’editor resta comunque un suggerimento, un consiglio che l’autore può accettare o meno.


Per esperienza diretta, ti dico che quando l'editor muove una critica di solito ha ragione (quante volte ci ho sbattuto la testa! E quante mie errate certezze ha smontato!), ma il confronto è sempre positivo, purché da parte dell’autore ci sia una certa apertura mentale e la disponibilità a mettersi in discussione.

Tuttavia, se il confronto con l’editor che ti sei scelto è una battaglia continua, ti consiglio di trovartene un altro. Significa che non siete sulla stessa lunghezza d’onda. Se, invece, l’editor con cui ti trovi male a lavorare è un membro dello staff della casa editrice con cui hai firmato il contratto, devi decidere se ‘ingoiare il rospo’ (e adeguarti alle sue correzioni) o rescindere il contratto.


Come lavora un editor IN CONCRETO

Primo: legge la sinossi

Un editor degno di questo nome (ebbene sì, così come esistono le truffaldine case editrici a pagamento, esistono anche editor 'improvvisati' che non hanno le necessarie qualifiche) prima di mettere mano al tuo romanzo, legge la sinossi. Se non sai cos’è la sinossi o come si scrive, leggi questo mio articolo.

La sinossi è il tuo biglietto da visita, sia per stile che per contenuti. Leggendo quella, l’editor si fa una prima idea di come scrivi, di quanto hai chiara in testa l’idea della tua opera e di cosa volevi comunicare al lettore.


Secondo: legge l'intero manoscritto

Dopo la sinossi, l'editor legge il tuo manoscritto per intero. Spesso, senza intervenirci sopra. L’esame iniziale che fa, è di verificare la congruenza fra ciò di cui il libro dovrebbe parlare (sulla base della tua sinossi) e cosa effettivamente racconta.

Non sono rari i casi in cui l’autore aveva un’idea di fondo che non è riuscito a rispettare oppure voleva trasmettere un preciso messaggio col suo libro, ma all’atto pratico non è così. O ancora, ha perso pezzi per la strada, perché la storia in testa ce l'aveva tutta, ma sulla carta non ce l'ha messa.


Terzo: interviene sull'opera

Quando l’editor si è fatto un quadro generale dell’opera, inizia ad analizzarla pagina per pagina, parola per parola.

Utilizzando la funzione “revisione” di Word, l’editor inserisce le correzioni degli errori palesi (grammatica, sintassi, ortografia, vocaboli ecc.) e note a margine in cui ti spiega, ad esempio, perché un certo passaggio non funziona oppure perché andrebbe eliminato. Nelle stesse note, ti fornisce anche indicazioni su come rimettere a posto il testo.


Quarto: ti rimanda il testo con le sue correzioni e annotazioni

Qui comincia il tuo lavoro. Armati di pazienza, esamina un punto alla volta e mettilo a posto pensando soltanto che stai lavorando per dare al tuo romanzo la miglior veste possibile e che chi ti segue in questo lavoro è un professionista e sa il fatto suo.

Nello slideshow qui sotto ti mostro come appare un testo editato: a sinistra il testo del manoscritto preso in esame, nella colonna di destra (in azzurro) le annotazioni dell'editor.


Se visivamente il tuo manoscritto ti sembra un cimitero di errori, di segni e di note non abbatterti. È abbastanza normale che sia così. Ricordo ancora le mie prime volte. Sarei scoppiata a piangere…

Non sei d'accordo su alcune note dell'editor? Nessun problema, mantieni pure il tuo testo com’è e scrivi dentro le medesime note a margine, su cosa non sei d’accordo e soprattutto perché. Un bravo editor tiene conto delle tue obiezioni. Ne discuterete insieme.

Il suo parere, per quanto professionale, non è insindacabile e l’ultima parola spetta a te, autore. Se la vedi in modo totalmente opposto, sei libero di non modificare niente. Te ne assumi la responsabilità nel bene e nel male, però.


Quinto: l'editor riesamina il testo che tu hai corretto e lo approva (o anche, no)

Quando hai messo a posto il manoscritto secondo le indicazioni dell’editor, glielo rimandi. Lui lo legge tutto di nuovo. Se pensa che vada bene così, elimina tutte le note e ti rimanda il manoscritto nella versione definitiva e ‘pulita’. Se, invece, ci sono ancora punti da sistemare, apporrà le sue osservazioni e te lo rispedirà per un tuo ulteriore intervento. E così avanti, finché l’editor non giudicherà il testo assolutamente perfetto.


Attenzione, l’intervento dell’editor non ha niente a che vedere con quello del correttore di bozze. Di solito, dopo l’editing, il testo passa in mano al cdb che effettua un controllo certosino di qualsiasi refuso: errori di battitura, punti, virgole, segni di dialogo, un verbo mal coniugato che può essere sfuggito, l’uso corretto delle maiuscole o minuscole, una parola mancante (con le preposizioni, ad esempio, capita più spesso di quanto si pensi). Piccolezze, potresti dire, ma per qualsiasi lettore trovare refusi, anche banali, nel romanzo che sta leggendo è molto fastidioso, quindi è meglio che non ce ne siano.


Quanto costa l'editor

Le tariffe medie sono di 5 euro a cartella (se non sai cos’è una cartella editoriale, vai al mio articolo qui), ma possono arrivare fino a 10 euro e anche più. Se consideri che un romanzo, mediamente, oscilla fra 200 e 300 cartelle, anche con la tariffa-media viene subito fuori la ragguardevole cifra di 1.000-1.500 euro, un costo non indifferente, è vero, ti invito, tuttavia a fare queste considerazioni:

1) Se pubblichi con una casa editrice, all’editing penseranno loro. Tu non dovrai spendere un euro. Avrai solo l’onere di ‘correggere’ il tuo manoscritto dietro indicazioni del professionista incaricato dalla CE. Di contro, il tuo guadagno sul libro sarà il 5-10% del prezzo di copertina.

2) Se pubblichi in modo indipendente, devi offrire al lettore un prodotto di qualità, altrimenti, dopo la prima ‘fregatura’ non acquisterà più niente scritto da te. Ti conviene, invece, che il libro gli piaccia e che ne compri molti altri, perché nel self la tua percentuale di guadagno può arrivare fino al 70% del prezzo di copertina.


Come scegliere l'editor

Di liberi professionisti ce ne sono a migliaia sul mercato. Sui social (Facebook, Instagram, TikTok) spuntano come funghi, ne trovi anche su Google, Linkedin e su molti altri canali di ricerca. ll problema è che non tutti quelli che si propongono come editor possiedono le qualifiche necessarie, perché non esiste un albo dei professionisti come per altri mestieri, dunque chiunque può autoproclamarsi editor.


Prima di affidarti a un libero professionista (quando sei tu a sceglierlo e a pagarlo):

  • verifica chi ha editato, leggi ciò che scrive (sui social, ad esempio, i suoi post o i suoi articoli. Così ti fai un'idea di che tipo di persona è e di come scrive);

  • leggi testi editati da lui (se è un professionista non dovrebbe avere problemi a fornirti titoli di opere che ha editato); chiedi informazioni a chi ci ha già lavorato insieme. Un bravo editor ha molti clienti-scrittori di cui andare fiero e non ha motivo di tenerli 'nascosti'.

  • chiedi di editarti qualche cartella di prova. Molti professionisti offrono questa possibilità. Oppure puoi chiedere di vedere lo stralcio di un testo sul quale ha lavorato, prima e dopo l’editing.

  • chiedi anche se ha già editato romanzi dello stesso genere che scrivi tu (fantascienza, giallo, thriller, fantasy ecc.) perché, non di rado, gli editor si 'specializzano' in un determinato genere o semplicemente lo prediligono per gusto personale. Più l'editor è ferrato sul tuo genere, meglio vi troverete a lavorare insieme.


Diffida di editor che chiedono compensi da correttore di bozze (mediamente 1-3 euro a cartella). E' molto probabile che si tratti, in effetti, di un correttore di bozze e non di un editor. Diffida anche di chi non è in grado di fornirti credenziali valide.


Adesso sai esattamente cosa fa un editor, a cosa serve, quanto costa e come sceglierlo. Se affidarti a un editor o no, lo lascio a te.

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Ciao, sono Eleonora Scali e sei sul mio blog

Scrivo da quasi un ventennio. Ho pubblicato con l’editoria tradizionale, in self, tramite concorsi letterari, su antologie multi-autore e su riviste letterarie. Mi sono servita di editor, cdb e agenzie. Ecco perché sono in grado di spiegare ai neo-autori come pubblicare consapevolmente evitando errori e fregature.

In questo blog parlo dei libri che leggo e di quelli che scrivo; fornisco consigli agli aspiranti scrittori e racconto di me stessa come donna e come autrice. Scopri i miei romanzi


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