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Pubblicare sotto pseudonimo

Perché pubblicare sotto pseudonimo?


Questa scelta comporta inconvenienti?


Quali sono gli aspetti tecnico-legali della pubblicazione sotto pseudonimo?


Questo articolo risponde a tutte queste domande.

 

Perché pubblicare sotto pseudonimo?

Le motivazioni più comuni sono queste:


  • Celare la propria identità o tutelare la propria privacy (l’esempio più recente e famoso è sicuramente Elena Ferrante, ma ci aggiungo Sveva Casati Modigliani che, per anni, ha celato i coniugi Bice Cairati e Nullo Cantaroni).


  • Evitare o superare discriminazioni di genere e/o pregiudizi (nella rigida e moralista epoca Vittoriana, le sorelle Bronte hanno dovuto utilizzare pseudonimi maschili: Currel Bell era Charlotte, Ellis Bell era Emily e Acton Bell era Anne)


  • Evitare ripercussioni politiche, sociali o giudiziarie (l’algerino Mohammed Moulessehoul per esempio, per motivi di censura, è stato costretto per anni a scrivere sotto lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra).


  • Separare un’identità pubblica da quella di scrittore (es. un ruolo istituzionale di rilievo o una professione incompatibile con ciò che si scrive)


  • Evitare fraintendimenti o sovrapposizioni con nomi simili o identici a quelli di personaggi famosi, magari in un campo diverso


  • Per una strategia di marketing e per essere più congeniale al pubblico di lettori di un determinato genere (due recenti esempi che hanno funzionato benissimo sono le italianissime autrici di romance Felicia Kinsley e Erin Doom)


  • Per cimentarsi in un genere narrativo dopo essersi fatti un nome in un altro (la regina del giallo Agatha Christie, ad esempio, adottò il nome di Mary Westmacott per scrivere romanzi rosa)


  • Perché non si ama il proprio nome e si preferisce inventarne uno più accattivante

 

Quali sono gli inconvenienti di pubblicare sotto pseudonimo?

Se l’autore diventa conosciuto, i lettori vogliono sapere tutto di lui/lei: dove vive, quanti anni ha, che aspetto ha, se è sposato o meno, perché scrive determinate storie, da dove prende ispirazione.

 

Una foto, una storia di vita e un curriculum falsi si possono sempre creare, così come si può interloquire col proprio pubblico di lettori tramite profili social inventati ad-hoc.

 

Tuttavia, chi sceglie di celare totalmente la propria identità è costretto a rinunciare a tutte le attività promozionali di persona: presentazioni live, interviste, conferenze, firma-copie.

 

Il mio consiglio è di valutare bene i pro e i contro prima di decidere di pubblicare sotto pseudonimo, perché una volta che ti sei fatto conoscere con un nome e un’identità, farne digerire altri al tuo pubblico potrebbe risultare difficile.

 

Aspetti tecnico-legali della pubblicazione sotto pseudonimo

Le procedure variano a seconda della strada che scegli per pubblicare.

 

Con editore: è sufficiente che chiedi di indicare lo pseudonimo nel contratto. Accanto al tuo nome fittizio, il documento riporterà anche tutti i dati reali, indispensabili per la cessione dei diritti e il pagamento delle royalties, ma resteranno assolutamente riservati fra te e l’editore. Anche la registrazione dell’ISBN verrà effettuata dall’editore con lo pseudonimo che ti sei scelto, in questo modo il tuo vero nome non comparirà da nessuna parte.

 

Se pubblichi in self devi seguire le procedure indicate dalla piattaforma con molta attenzione, perché se fai confusione nella compilazione dei campi rischi che il tuo vero nome compaia da qualche parte (come titolare dell’ISBN o dell’account, ad esempio) o che non ti vengano pagate le royalties in quanto persona inesistente.

 

Un’opzione può essere registrare il proprio pseudonimo alla SIAE.

In questo modo l’anonimato e la protezione legale dell’opera sono blindati, ma è una procedura costosa e un po’ complessa. Quindi, fai bene i tuoi conti prima di decidere.

 

Una seccatura dell’autopubblicazione con pseudonimo può verificarsi nel caso in cui tu cambi idea sulla scelta, ritiri il libro dal commercio e lo ripubblichi col tuo vero nome. Con Amazon, ad esempio, so di autori che hanno dovuto tribolare un po’ per dimostrare che non stavano violando i diritti di terzi, perché i “terzi” erano loro ma con un altro nome.

 

Conosci autori famosi che hanno usato uno pseudonimo?

Te ne cito alcuni:

J.K. Rowling, autrice della celeberrima saga di Harry Potter, si firma col nome di Robert Galbraith per scrivere romanzi gialli;


Stephen King ha pubblicato in maniera indipendente quattro romanzi con lo pseudonimo di Richard Bachman.


Lewis Carrol, autore di “Alice nel paese delle meraviglie” in realtà si chiamava Charles Lutwidge Dodgson;


Il vero nome di Mark Twain era Samuel Langhorne Clemens e quello di Stendhal era Marie-Henri Beyle.

 

Se sei curioso di scoprire altri autori famosi che hanno scelto di pubblicare sotto falso nome, di capire perché l'hanno fatto e con quali risultati, ti consiglio di leggere questo articolo di Margherita Ingoglia


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Ciao, sono Eleonora Scali e sei sul mio blog

Scrivo da quasi un ventennio. Ho pubblicato con l’editoria tradizionale, in self, tramite concorsi letterari, su antologie multi-autore e su riviste letterarie. Mi sono servita di editor, cdb e agenzie. Ecco perché sono in grado di spiegare ai neo-autori come pubblicare consapevolmente evitando errori e fregature.

In questo blog parlo dei libri che leggo e di quelli che scrivo; fornisco consigli agli aspiranti scrittori e racconto di me stessa come donna e come autrice. Scopri i miei romanzi


 

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