Per me il libro non è solo ciò che mi trasmette è anche estetica, peso fra le mani, profumo di carta; carta sulla quale annotare appunti; frasi da sottolineare; pagine a cui fare le orecchie per avere visivamente a portata di mano quei passaggi che mi hanno particolarmente colpito.
I puristi rigetteranno queste due ultime possibilità, ma le dà solo il libro cartaceo, e io non intendo rinunciarci.
A me il libro piace soprattutto quando è vissuto. I granelli di sabbia fra le pagine, l’unto di una crema solare, l’increspatura di una lacrima, una macchia di caffè, un fiore essiccato fra le pagine, il segnalibro regalato da un’amica, che è rimasto dentro quel volume, o la sua dedica quando me l’ha regalato sono segni di uso che rendono quel libro speciale.
Quando lo riprendo in mano non ricordo solo di averlo letto ma quando, dove, con chi e in quale stato d’animo.
L’ebook è pratico – io uso il Kobo - non ingombra, costa meno, ma gli manca il fascino dell’oggetto fisico, che si può tenere in mano. Amo i libri esposti sugli scaffali di casa, mi piace riordinarli, cambiargli posto, disporli ora per preferenza, ora per colore, autore o argomento.
Un libro è uno dei pochissimi oggetti che ho rimpianto quando l’ho perduto. Nei numerosi traslochi che ho fatto e a causa di un’alluvione mi è capitato, e ancora me ne dolgo.
Un libro, bello o brutto che sia, non lo getterei mai nella spazzatura perché so quanto lavoro è costato a chi l’ha scritto. Se proprio decido di liberarmene, lo regalo perché non è detto che se a me non è piaciuto non possa piacere a qualcun altro.
Non mi è ancora capitato di conoscere un malato di lettura come me che preferisca il digitale al cartaceo, ma se sei fra questi raccontami perché.
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Ciao, sono Eleonora Scali e sei sul mio blog
In questo spazio parlo dei libri che scrivo e di quelli che leggo, racconto di me, delle mie passioni e dei viaggi che faccio.
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